Nell’intervista per Vanity Fair US  di novembre, Jennifer ha parlato per la prima volta dello “scandalo” delle sue foto rubate, o meglio del crimine sessuale come l’ha definito lei. Ecco degli estratti dell’intervista, che può essere letta per intero sulla rivista in uscita l’8 ottobre.

«Ero così spaventata. Non sapevo come ciò avrebbe potuto influenzare la mia carriera. Solo perché sono un personaggio pubblico, solo perché sono un’attrice, non significa che ho voluto questo. Non significa che ciò fa parte del mio lavoro. È il mio corpo e dovrebbe essere una mia scelta, e il fatto che non lo è, è assolutamente disgustoso. Non posso credere che viviamo in questo tipo di mondo.»

«Non è uno scandalo. È un crimine sessuale. È una violazione sessuale. È disgustoso. La legge deve essere cambiata e noi dobbiamo cambiare. Ecco perché questi siti web sono responsabili: per il solo fatto che qualcuno possa essere sfruttato e violato sessualmente, e il primo pensiero che attraversa la mente di queste persone è quello di trarne un profitto. Non me ne capacito. Non riesco proprio a immaginare di essere così distaccata. Non riesco a immaginare di essere così insensibile e superficiale e vuota dentro.»

«Ogni singola volta che ho provato a scrivere qualcosa, mi mettevo a piangere o mi arrabbiavo. Ho cominciato a scrivere delle scuse, ma non ho niente di cui scusarmi. Sono stata impegnata in una tenera, sana e grande relazione per quattro anni. Era una relazione a distanza e o il tuo ragazzo si mette a guardare dei porno o guarda te.»

«Tutti quelli che hanno guardato quelle foto hanno perpetuato un reato sessuale. Dovrebbero indietreggiare con vergogna. Anche delle persone che conosco e amo hanno detto “Oh, sì, ho guardato le foto”. Non voglio arrabbiarmi, ma allo stesso tempo penso, io non vi ho detto che potevate guardare il mio corpo nudo.»

[riferendosi ai tabloid che hanno pubblicato le sue foto] «Avete una scelta. Non dovete essere quel tipo di persona che diffonde negatività e mente per vivere. Potete fare qualcosa di buono. Potete essere buoni. Facciamo questa scelta e ci sentiremo meglio.»

[parlando della chiamata fatta al padre per raccontargli l'accaduto] «Quando ho dovuto fare quella telefonata a mio padre per dirgli che cosa era successo… non mi importa quanti soldi ho per Hunger Games. Vi giuro, se qualcuno vi desse la possibilità di scegliere di ricevere tutto quel denaro in cambio di una telefonata per dire a tuo padre che qualcosa di simile è accaduto… non ne vale la pena. Per fortuna stava giocando a golf, quindi era di buon umore.»

«Il tempo guarisce, si sa. Ho smesso di piangere. Non posso continuare a essere arrabbiata. Non posso basare la mia felicità sulla speranza che queste persone vengano catturate, perché potrebbero non essere trovate. Ho solo bisogno di trovare la mia pace.»

Fonti: 1, 2